Come fare SEO per il proprio sito web

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L’ottimizzazione per i motori di ricerca consente a un sito di essere presente su Google in modo naturale e organico, a differenza delle Ads.

Qui di seguito una checklist gratuita e profonda su come fare SEO.

Anzitutto hai due reali e concrete possibilità:

  1. Affidarti a un professionista SEO specialist (o un’agenzia SEO) che è nel mestiere da tanti anni, e che può provare di saperti aiutare in concreto. Google fornisce dei suggerimenti su come scegliere un SEO esperto.
  2. Procedere da solo imparando online come fare SEO. Questo articolo dovrebbe aiutarti e darti anche dei precisi riferimenti, nel caso volessi affidarti a un professionista. Avere più conoscenza sull’argomento aiuta a prendere decisioni più consapevoli.

Se vuoi affidarti a un lavoro di tipo professionale, inizia con l’analisi SEO che ti fornisce uno strumento che puoi utilizzare anche in seguito e per scopi diversi.

Per quanto riguarda la SEO è opportuno tenere a mente questi principi, che sono fondamentali prima di cominciare:

  1. Nel tuo sito devi rendere evidente chi sei, cosa fai, che problemi risolvi e – se rilevante – dove sei.
  2. Non puoi posizionarti senza contenuti.
  3. I contenuti non sono per forza quelli “testuali”.
  4. Gli utenti in rete cercano soluzioni a problemi o casi di qualsiasi natura.

Se vuoi invece capire come fare SEO non ti riempirò la testa di tecnicismi, ma mi limiterò a segnalarti i passaggi essenziali da compiere.

Come in tutti i campi, l’aiuto di una figura professionale può aiutarti a fare prima e meglio, ma io sono dell’opinione che aiutare un profano a capirne di più aiuti il professionista a confrontarsi con lui.

Ecco i passaggi principali per capire come fare SEO e aumentare la visibilità del sito.

  1. Scegliere le parole chiave più adatte
  2. Come creare un piano editoriale
  3. Pubblica contenuti di valore
  4. Scegli i plugin adatti per WordPress
  5. Monitora i risultati e apportare migliorie

La ricerca e lo studio delle parole chiave

Le parole chiave del tuo sito che riguardano il tuo sito, dette anche keyword, non vanno scelte a caso e non vanno nemmeno scelte “pensando” che siano quelle.

L’industria della SEO vale centinaia di miliardi di dollari e ci sono aziende che della ricerca delle parole chiave hanno fatto il loro business.

Quindi non puoi scegliere le parole chiave a caso o sulla base di una supposizione, dal momento che ci saranno sicuramente dei concorrenti che invece hanno un approccio scientifico e intelligente.

Per sapere quali sono le tue parole chiave chiediti anzitutto quanto segue:

  1. Che scopo ha la presenza del mio sito in rete?
  2. Qual è il mio intento rispetto ai miei potenziali utenti?

Queste domande portano ad altre domande…

  • Chi sono io e cosa rappresenta il mio sito?
  • Perché ho questo sito, cosa voglio far conoscere di me?
  • Cosa ci faccio online?

In sostanza devi rispondere dicendo chiaramente chi sei e cosa fai.

O meglio chi sei come attività online e che tipo di problemi risolvi, cioè che soluzioni porti all’utente che egli potrebbe trovare utili. E se sei un’attività locale devi dire chiaramente dove sei.

Posto che tutte queste informazioni confluiranno nel sito, è chiaro lo scopo insito nella risposta.

  • Dicendo chi sei espliciti il tuo campo di applicazione, la tua professione, la competenza, la tipologia di sito o di attività.
  • Dicendo cosa fai suggerisci un’idea delle soluzioni che offri e quindi dei problemi che risolvi. Ricordati che gli utenti online cercano soluzioni, tu hai le tue da offrire (prodotto / servizio)
  • Quando specifichi dove sei stai dicendo agli utenti della tua zona locale, che possono venirti a trovare in un determinato indirizzo, in una fascia oraria, seguendo delle indicazioni rinvenibili su Google Maps.

Per quanto riguarda le parole chiave concentrati sui problemi che risolvi e le soluzioni che offri. Se poi agisci in una specifica zona geografica, restringi il campo ad essa, e sarai ancora più preciso.

È fondamentale:

  • Conoscere i volumi di traffico mensile delle keyword.
  • Ricavare delle parole chiave correlate.
  • Sapere quali siti si posizionano per tot parole chiave.
  • Fare un’analisi comparativa tra quei siti e il sito che si intende posizionare.
  • Analizzare la tipologia di contenuti che si posizionano meglio.
  • E quali caratteristiche di base hanno i siti.
  • E inoltre sapere dove si posiziona il sito, anche sul piano storico.

Come creare un piano editoriale

Supponiamo che tu stia usando WordPress.

WordPress è una piattaforma gratuita che permette di gestire un sito tramite una bacheca in italiano, semplice e intuitiva.

Se nel tuo sito installi WordPress puoi pubblicare contenuti come articoli e pagine senza dover conoscere il linguaggio HTML, utilizzato sul web. Si usa con un normale editor visuale simile al programma Word.

Se usi WordPress puoi gestire al meglio i contenuti del sito e stabilire un programma di pubblicazione, il piano editoriale.

Ma non basta: per come è organizzato, puoi sfruttare WordPress per conferire al sito una struttura gerarchica, piramidale, distribuendo in esso le informazioni più importanti che abbiamo visto prima.

  • Chi sei.
  • Cosa fai e che problemi risolvi.
  • Dove sei e come contattarti.

Se noti bene, questa è la struttura base di un sito, che puoi espandere a piacimento.

Torniamo per un attimo alla ricerca delle parole chiave. Se hai fatto un elenco di problemi e soluzioni puoi subito organizzare il sito in modo semplice.

  • Utilizza la home page come vetrina generale.
  • Dici chi sei in dettaglio (o cosa è l’attività cui fa riferimento il sito) nella pagina “Profilo” o “Chi Siamo”.
  • Dici cosa fai nella pagina dei servizi / consulenze (usando il formato pagina di WordPress).
  • E parli dei problemi che risolvi nel blog (diviso per categorie) usando il formato articoli.
  • Infine aggiungi un’altra pagina per la sede e i contatti.

Se hai un e-commerce il concetto rimane lo stesso, ma la soluzione che offri riguarda i prodotti e le categorie di prodotto. Mentre puoi sempre usare il blog per parlare diffusamente dei problemi che il prodotto risolve.

Con questa impostazione ti assicuri di essere presente su più parole chiave nel tempo, offrendo contenuti ad ampio spettro che coprono diversi livelli di consapevolezza nell’utente.

Ti ricordo che a vari livelli di consapevolezza dell’utente corrispondono delle volontà più o meno esplicite di compiere un’azione.

Un utente può non avere contezza di avere un problema, quindi cerca informazioni dopo che lo viene a sapere (anche off line).

Non pensare al problema come a un problema di salute o economico, un problema è un caso da risolvere.

Se qualcuno mi invita a cena in un posto che non conosco, il problema è sapere come arrivarci. Cerco su Google e la mappa mi fornisce delle indicazioni. Ma il problema non esisteva prima dell’invito.

Se il mio problema è ricavare spazio in casa, una mensola può essere la soluzione. Faccio una ricerca su Google e trovo prodotti specifici all’interno degli e-commerce.

Gli esempi possono essere tanti, ma per problemi si intendono delle necessità, dei bisogni, dei desideri per i quali formuliamo una ricerca per trovare delle soluzioni.

Se conosco il problema cerco una soluzione; la mia consapevolezza che una soluzione esista viene rafforzata man mano che faccio delle ricerche, fino a che non trovo quella che fa per me.

Il tuo sito, con articoli e pagine, idealmente va incontro a queste tipologie di ricerche sempre più specifiche. L’obiettivo è essere presenti nelle ricerche ad alta consapevolezza, ma anche esserci in quelle che esprimono solo un embrionale bisogno di informazioni. Con l’obiettivo di guidare l’utente dall’informazione all’acquisto.

Se non tieni a mente dell’importanza della consapevolezza dell’utente, non riuscirai mai a posizionarti su Google. E quando dico MAI, intendo proprio MAI, perché Google premia i siti che vanno incontro all’intento dell’utente.

Pubblica contenuti di alto valore

Nel caso dei contenuti online, Google insiste molto sul concetto di qualità.

Meglio scrivere 100 articoli di tutti i tipi su un argomento oppure scriverne 10 che rispondono a specifiche istanze degli utenti? La risposta è scontata, eppure il web è pieno di esempi di articoli vuoti, privi di reale valore, creati solo con lo scopo di far vedere che se ne parla.

Ma non funziona così.

Un mio cliente da anni continua ad essere 1° sulla keyword principale, e su tante ricerche correlate, con un solo unico articolo.

Chiaro: l’ho messo giù a tavolino, c’è una ricerca che lo precede, ed è molto lungo. E in più ha richiesto la collaborazione del cliente, che ovviamente è più preparato sulla sua materia rispetto a me.

Il punto è che di recente mi ha confermato che, da anni, grazie a quell’unico contenuto, evita di fare ricorso a qualsiasi forma di pubblicità a pagamento.

In altri casi è servita una strategia organica più densa: con un cliente abbiamo convenuto di pubblicare una serie di articoli che coprivano l’argomento, in serie. Ma ogni articolo era in grado di attirare traffico e attivare le conversioni.

Ho la proprietà di alcuni siti informativi e quindi ho dei piani editoriali in essere: lo sforzo di progettare e ideare contenuti è sempre alto, ma i risultati si ottengono.

Quando prepari i contenuti per il tuo sito, cerca di tenere a mente queste indicazioni:

  1. Il contenuto è rivolto all’utente. Puoi scegliere il tono che vuoi, colloquiale, neutro, professionale, ma in buona sostanza devi parlare all’utente in cerca di una soluzione. Non scrivere come se il destinatario del tuo messaggio fosse Google.
  2. Rimani coerente nel tono che usi, così da abituare il lettore e farlo tornare.
  3. Usa le keyword nei punti nevralgici del testo, come nel titolo principale H1 e nei sottotitoli H2 e H3, usando una struttura gerarchica (vedi immagine sotto).
  4. Rispondi alle potenziali domande ed obiezioni dell’utente paragrafo per paragrafo, in modo organizzato.
  5. Stacca i paragrafi e introducili con sottotitoli significativi.
  6. Non abusare delle keyword, ma fai in modo che la keyword principale sia presente.
  7. Usa l’ottimizzazione dei meta tag per illustrare al meglio di cosa parla l’articolo, in particolare ottimizza il tag title.
  8. Tieni a mente che dovrai scrivere anche 2000 parole se necessario, ma non riempire il testo di parole vuote e prive di senso.
  9. La lettura deve fluire e scorrere, tutto ciò che scrivi deve avere un significato preciso e devi condurre l’utente da un punto A ad un punto B in modo logico e razionale. In questo modo l’utente legge e trascorre del tempo sul sito, migliorando il posizionamento su Google.
  10. Correggi le bozze prima di pubblicare, eliminando errori grammaticali e di sintassi e sistemando link interni e link esterni (a fonti autorevoli).

Poi ci sono degli accorgimenti stilistici che puoi prendere:

  • Spiega al lettore di cosa stai parlando e cosa imparerà o conoscerà dal contenuto.
  • Proponi delle domande a cui risponderai nei paragrafi che seguono.
  • Parla di un caso personale, una case history, cita un esempio.
  • Usa delle analogie per semplificare il discorso, quando è troppo tecnico.
  • Coinvolgi l’utente rendendolo protagonista del contenuto, anticipa gli effetti positivi delle soluzioni che proponi.

Scegli i plugin migliori

Uno dei miei mantra è: tieni il sito leggero e veloce.

Negli anni ho creato quella che chiamo Valigia degli Attrezzi della SEO.

Si tratta di una serie di strumenti e plugin che utilizzo regolarmente per posizionare i siti e che funziona alla grande.

Nel tempo ho apportato delle modifiche, ma sui miei progetti personali la uso senza eccezioni.

  1. Usa WordPress, come già spiegato è una piattaforma facile da usare, da installare, da aggiornare, che ha tutte le caratteristiche per essere impiegata anche da chi di web capisce ben poco. Le alternative sono Wix per i siti aziendali, Shopify e Prestashop per gli e-commerce. WordPress ha il suo e-commerce chiamato Woocommerce, molto performante.
  2. Usa un tema leggero: può essere gratuito o a pagamento, ma che non sia troppo pesante (esempio: GeneratePress che uso, Kadence, Astra, Genesis). Ricordati che da mobile la parte grafica viene sacrificata a favore dei contenuti.
  3. Usa un plugin SEO: ne esistono tanti in circolazione come RankMath, Yoast, All In One SEO. Personalmente dove posso uso RankMath in versione Premium (a pagamento).
  4. Usa un plugin di cache per velocizzare il sito: W3 Total Cache, Fastest Cache, Wp-Optimize. Io uso la versione premium di Wp Rocket, in assoluto il migliore.
  5. Usa un plugin per il modulo dei contatti come WpForms o Contact Form 7. In entrambi i casi usa delle misure anti-spam.
  6. Chiudi i commenti al blog se non hai interesse a dialogare con gli utenti.
  7. Ottimizza le immagini prima di pubblicarle e usa sempre formati recenti.
  8. Non usare plugin inutili per funzioni inutili rispetto agli obiettivi che ti sei posto.
  9. Evita se possibile delle personalizzazioni, creano sempre dei problemi ogni volta che devi aggiornare. Usa plugin come Shortcoder o Code Snippets per inserire degli elementi in determinate posizioni.
  10. Tieni sempre aggiornato WordPress, i plugin e le impostazioni di PHP del server, avendo sempre delle copie di backup a disposizione. Usa un hosting di valore.

In particolare è fondamentale usare un plugin SEO perché:

  • Ti aiuta a ottimizzare i meta tag;
  • Ti avvisa se non usi le keyword o se le usi troppo.
  • Ti dà un’anteprima del risultato che gli utenti vedranno su Google.
  • Può suggerire keyword correlate;
  • Può gestire reindirizzamenti 301.
  • Può suggerire di linkare internamente altri contenuti presenti nel sito.
  • Può aggiungere dei dati strutturati.

Non tutte queste funzioni si trovano nella versione FREE, ma in genere si fa un ottimo lavoro e io ho usato per anni le versioni gratuite senza mai incontrare dei problemi.

Monitora i risultati e apporta migliorie al sito

Uno dei fattori di successo nel posizionamento è il monitoraggio attivo.

In cosa consiste? Si tratta di apportare costanti migliorie al sito e ai contenuti, in base ai risultati ottenuti nel tempo.

Un contenuto pubblicato non rimane tale per sempre. Può richiedere miglioramenti ad hoc.

Lo stesso vale per le soluzioni tecniche, può essere necessario adottarne qualcuna di nuova.

Lo strumento ideale gratuito per questo genere di monitoraggio è senza dubbio Google Search Console, che io affianco ad altri strumenti professionali a pagamento destinati ai professionisti del settore.

Con Google Search Console puoi tenere traccia dei problemi tecnici del sito, dei livelli di indicizzazione, della performance sui vari dispositivi e del rendimento del traffico e nelle ricerche.


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